Monteiro Lobato - Cultura Brasil

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José Bento Renato Monteiro Lobato nacque a Taubaté il 18 aprile del 1882, è stato uno dei più influenti scrittori brasiliani del XX secolo.

E’ stato, inoltre, un importante editore di libri, nonchè autore di eccezionali traduzioni. Monteiro Lobato, tuttavia, è famoso soprattutto per la letteratura infantile che costituisce circa la metà della propria opera. L’altra metà è costituita da racconti, articoli, critiche, cronache, prefazioni, lettere, un libro sull’importanza del petrolio e del ferro e un unico romanzo: O Presidente Negro. L’apice della notorietà, tuttavia, la raggiunse solo con le sue opere destinate ai bambini, le più famose: Reinações de Narizinho (1931),Caçadas de Pedrinho (1933) e O Picapau Amarelo (1939).

Monteiro Lobato si laureò in legge e iniziò a lavorare grazie ad un incarico istituzionale. Più tardi, avendo ereditato una fattoria dal nonno, si dedicò unicamente alla gestione della propria impresa agricola. Il mondo dell’agricoltura (e della natura in generale) stimolò Monteiro, il quale iniziò a dedicarsi alla scrittura di alcuni racconti pubblicati su giornali e riviste. Le pubblicazioni furono posteriormente raccolte in una delle opere prime di Lobato: il libro Urupês.

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L’autore, tuttavia, decise di andare oltre: in un’epoca nella quale i libri brasiliani erano editati a Parigi o Lisbona, decise di lavorare anche come editore e porre fine a questa tendenza. Il suo contributo, poi, introdusse una serie di innovazioni nei testi didattici e per l’infanzia.

Il talento di Monteiro Lobato, unito ad un linguaggio semplice e facilmente comprensibile dai più piccini, lo portò a ad esser definito il precursore per eccellenza della letteratura infantile in Brasile. In tutto il paese, bambini e adulti conoscevano i suoi personaggi più famosi: Emilia, una bambola di pezza con dei sentimenti e delle idee proprie; Pedrinho, un personaggio nel quale Monteiro identificava la propria infanzia; Visconde de Sabugosa, la pannocchia di mais saggia; Cuca, la villana che terrorizzava il Sitio do Pica-Pau Amarelo nell’omonimo libro che è stato letto da intere generazioni di Brasiliani.

Come già accennato, escludendo la mole di opere infantili, Monteiro Lobato si dedicò anche ad altri importanti progetti letterari come: O Choque das Raças, Urupês, A Barca de Gleyre e O Escândalo do Petróleo. In quest’ultimo libro, lo scrittore si schierò a favore della ricerca del petrolio in Brasile.

Carriera

I primi anni

Monteiro Lobato passò l’infanzia in una fattoria e venne educato prima dalla madre, Olímpia Augusta Lobato, e, dopo, da un insegnante privato. A sette anni s’iscrisse al collegio e scoprì i libri di suo nonno materno - il Visconde de Tremembé - proprietario di un’immensa biblioteca. Monteiro lesse una grandissima quantità di opere per bambini e, durante i primi anni di studio, scrisse anche dei racconti per i giornalini scolastici.

Nel 1893, a 11 anni, lo scrittore venne trasferito al Colégio São João Evangelista. Quando ricevette in eredità un bastone appartenuto al nonno con incise le iniziali J.B.M.L., Lobato decise di cambiare il proprio nome da José Renato a José Bento, per poterlo utilizzare. Dopo tre anni, si recò a San Paolo e, nel 1897, sostenne degli esami ma venne bocciato e ritornò a Taubaté.

Più tardi, ritornò al Colégio Paulista, dove collaborò con i giornalini Pátria, H2S e O Guarany, utilizzando gli pseudonimi di Josben e Nho Dito. Poi, passò a collezionare avidamente testi e ritagli che lo interessavano. Nel mese di dicembre dello stesso anno, sostenne di nuovo gli esami e fu promosso. Iniziò a collaborare con O Patriota e A Pátria e decise di trasferirsi stabilmente a San Paolo, dove si iscrisse all’Instituto Ciências e Letras

Il 13 giugno del 1898, Monteiro Lobato perse il padre, José Bento Marcondes Lobato, vittima di un edema polmonare. Lo stesso anno, decise di partecipare al Grêmio Literário Álvares de Azevedo dell’Instituto Ciências e Letras. Un anno dopo, lo scrittore perse anche la madre, vittima di una profonda depressione.

Monteiro era, ancora, un abile disegnatore e decise di potenziare la propria dote recandosi a San Paolo per iscriversi alla Escola de Belas-Artes, ma, a seguito della dura opposizione del nonno, che lo scelse come successore nell’amministrazione dei propri affari, Lobato finì per iscriversi al corso di laurea in legge presso la Faculdade do Largo de São Francisco. L’autore, tuttavia, non si scoraggiò e continuò a pubblicare opere infantili oltre a fondare, con i colleghi del suo corso, l’Arcadia Academica, nella cui sessione inaugurale tenne un discorso intitolato: Ontem e Hoje. Lobato divenne un punto di riferimento tra i suoi coetanei: era molto apprezzato per la sua dote da commentatore originale, fine e sottile, con dello “spirito alla francese” e dello “humor inglese”. Due anni dopo, venne eletto presidente dell’ Arcádia Acadêmica ed iniziò a collaborare stabilmente con il giornale Onze de Agosto, dove scriveva articoli sul teatro. 

Nel 1903, partecipò al gruppo O Cenáculo, fondato con Ricardo Gonçalves, Cândido Negreiros, Godofredo Rangel, Raul de Freitas, Tito Lívio Brasil, Lino Moreira e José Antônio Nogueira.

Il carattere di Monteiro Lobato, tuttavia, era molto difficile: anticonvenzionale per natura, lo scrittore diceva sempre ciò che pensava senza riserve; difendeva, poi, a spada tratta, le sue idee a prescindere dalle probabili conseguenze.

La carriera professionale

Nel 1904 si laureò in Legge e ritornò a Taubaté. L’anno successivo, Monteiro pensò di dedicarsi all’imprenditoria e di aprire con un amico una fabbrica di marmellata. Ben presto abbandonò l’idea ed iniziò a lavorare presso la Procura di Taubaté dove conobbe Maria Pureza da Natividade de Souza e Castro (Purezinha).

Purezinha

Nel mese di maggio del 1907, Lobato venne nominato Procuratore della Repubblica in Areias e si sposò con Purezinha. Dopo un anno, nacque la sua primogenita Marta.

Nel 1910, Monteiro partecipò ad un investimento nel ramo della costruzione di ferrovie e nacque anche suo figlio Edgar. In seguito, passò a risiedere in piccole città della regione, dedicandosi alla redazione di testi per giornali e riviste, come: A Tribuna de Santos, la Gazeta de Notícias di Rio de Janeiro e la rivista Fon-Fon, per quest’ultima creava anche caricature e disegni.

L’autore iniziò a lavorare anche con le traduzioni, esempi erano gli articoli tradotti dal Weekly Times per il giornale O Estado de São Paulo o le opere di letteratura universale. L’insoddisfazione di Monteiro, tuttavia, era ben evidente: gli affari e gli investimenti non andavano nel verso giusto.

L’anno successivo, a 29 anni, Lobato ricevette la notizia che suo nonno, il Visconde de Tremembé, era deceduto, ciò significava che era diventato erede della Fazenda Buquira. Lo scrittore, dunque, passò a risiedere nella fattoria e a dedicarsi alla modernizzazione delle tecniche di lavorazione del terreno e dell’allevamento.

Fazenda Buquira

Nel 1912, nacque Guilherme, il terzo figlio.

La Fama

Il 12 novembre del 1912, il giornale O Estado de Sao Paulo, nella sua edizione pomeridiana, pubblicò un articolo di Monteiro. 

Durante la vigilia di Natale, O Estado, nuovamente , pubblicò un racconto dello scrittore, Urupes, che più tardi diventò il suo primo libro. Sempre lo stesso anno, Lobato, nell’allora Vila de Buquira (attuale municipio Monteiro Lobato), si dedicò alla politica, ma dopo non molto la lasciò di lato.

Nel mese di febbraio del 1916, nacque la sua quarta ed ultima figlia Rute, la nascita della piccolina coincise con la collaborazione dell’autore con l’allora nuova Revista do Brasil, una testata nazionalista molto apprezzata da Monteiro.

Durante lo stesso periodo accadde qualcosa di sorprendente nella carriera dello scrittore: amareggiato per i continui incendi appiccati dai contadini, Lobato scrisse una lettera di protesta, chiamata Velha Praga, e la inviò alla redazione del giornale O Estado de S. Paulo. La testata, avendo riconosciuto il grande valore del testo, decise di pubblicarlo fuori dalla normale sezione Queixas e Remaçoes. L’articolo scatenò una grande polemica e allo scrittore fu proposto di contribuire stabilmente. Dalla collaborazione nacquero interessanti lavori, come Urupês che diede vita ad uno dei personaggi più famosi di Monterio: Jeca Tatu.

Jeca era un personaggio molto pigro, totalmente diverso dagli altri personaggi indios e caipiras comunemente descritti nella letteratura romantica d’allora.

Urupes, inoltre, generò un’enorme polemica in tutto il paese, per aver associato l’arretratezza e la miseria del mondo rurale brasiliano alla figura del “piraquara do Paraiba” (abitante della zona fluviale di Rio Paraiba do Sul).

Ne è un esempio questo frammento:

La verità nuda e cruda mi porta ad affermare che tra le varie razze, creatrici della nazionalità e mescolate tra lo straniero recente e l’aborigeno dalla bocca carnuta, una esiste vegetando nell’umiliazione, incapace di evoluzione, impenetrabile dal progresso. Brutta e pigra, nulla la redime. Povero Jeca Tatu! Com’è bello nel romanzo e brutto nella realtà! Jeca Tatu è un Piraquara do Paraiba, meravigliosa sintesi di carne che riassume tutte le caratteristiche della specie. L’aspetto più importante nella vita di Jeca è votare per  il Governo. La modinha, come le altre manifestazioni dell’arte popolare esistenti nel paese,  sono opera del mulatto, nelle cui vene il recente sangue europeo, ricco di attivismo estetico, bolle mescolato al sangue selvaggio, allegro e sano del nero. Il contadino è taciturno. Non canta se non preghiere lugubri. Non danza se non il caterete lagnoso. Il caboclo è il cupo Urupe (un fungo) del legno marcio che dorme silenzioso nei luoghi remoti delle grotte. Pensandoci bene, la causa principale della pigrizia del caboclo risiede nel merito della mandioca. Forse senza quest’ultima si potrebbe alzare in piedi e potrebbe camminare. Ma fin quando avrà a disposizione un pezzo di pane la cui preparazione si riassume nel piantare, cogliere, e buttare sulla brace, Jeca non cambierà la sua vita. Il vigore delle razze umane è direttamente proporzionale all’ostilità dell’ambiente. Se a forza di palizzate e dighe l’Olandese ha ricavato da un pantano salmastro l’Olanda, questo entusiasmo di sforzarsi, è dovuto al fatto che nulla lo ha favorito!

Monteiro Lobato

Il Piraquara do Rio Paraiba do Sul esiste ancora oggi e, nel 2002, è stato studiato dai ricercatori: Camila Hayashi, Karina Müller e Noêmia Alves, nel libro Nas Margens do Paraíba, Vida, histórias e crenças dos habitantes da beira do rio Paraíba do Sul.

La reazione all’opera di Monteiro Lobato fu scatenata anche dalla sua tendenza ad associare la figura del caboclo a tutti i caipiras. Fu appoggiato, tuttavia, da Rui Barbosa.

Dopo il grande successo, un evento molto spiacevole: una gelata (a proposito della quale ne parlò anche  in una cronaca), unita alle difficoltà economiche, lasciarono Monteiro Lobato sul lastrico e lo costrinsero a vendere la fazenda Buquira.

Nel 1916, si trasferì con la famiglia a San Paolo, con l’intento di diventare scrittore e giornalista.

A Caçapava fondò la rivista Paraiba e realizzò, per il giornale O Estado de São Paulo, un’approfondita ricerca sul Saci (un personaggio di fantasia brasiliano, caratterizzato per l’esser di colore e con una gamba sola). Nel 1918, Lobato si dedicò anche ad una cronaca sulla Grande Gelata del 1918, un fenomeno che distrusse intere piantagioni di caffè.

Sempre nel 1918, lo scrittore pubblicò un articolo con il nome 4 G, riferendosi a: Geada, Greve, I Guerra Mundial e Gripe espanhola, un testo che venne molto apprezzato.

Il 20 dicembre dello stesso anno, uscì Paranoia ou Mistificação, la famosissima critica mossa da Lobato all’esposizione pittorica di Anita Malfatti. L’atteggiamento dello scrittore innescò l’esplosione degli animi modernisti che culminò nella Semana de Arte Moderna del 1922.

Molti passarono a vedere Monteiro come un fedelissimo del vecchio stile, oggi, tuttavia, dopo tanti anni, un’altra teoria sta prendendo piede: il letterato criticava l’intrusione dello stile europeo nell’arte brasiliana, un fenomeno che minava l’autenticità della cultura locale. Lobato, infatti, era a favore di un’arte autoctona. Oswald de Andrade, nonostante tutto, continuò ad essere grande ammiratore dello scrittore.

Il letterato difendeva anche la tesi dell’eugenia, proprio perchè credeva che l’incrocio di razze fosse stato un fattore pregiudizievole per la formazione del popolo brasiliano.

Lobato editore

Nel 1918, Monteiro Lobato comprò la Revista do Brasil e passò a dare spazio ai nuovi talenti, non rinunciando, tuttavia, alle persone famose. Il suo interessamento verso nuovi volti, fece di lui una persona molto legata al nazionalismo, al quale dedicò una preoccupazione fondamentale, tanto nella fantascienza, quanto nei saggi e nei manifesti. Lo scrittore era anche un attento critico dei costumi: con le sue note di sarcasmo e con le sue caricature, lasciava ampio spazio alla brasilianità.

Nelle sue mani, la Revista do Brasil prosperò e si trasformò in una casa editrice che dava molta importanza alle opere di artisti modernisti.

Lobato, sempre nel campo dell’editoria, fu anche il precursore di interessanti idee: affermava che il libro fosse un dessert, pertanto, doveva essere posizionato sotto il naso del cliente. Con questa cosa in mente, Monteiro iniziò a fare dei libri un prodotto di consumo: i testi avevano copertine colorate ed accattivanti con una grafica impeccabile. Lo scrittore, tuttavia, si spinse anche oltre: inventò una nuova politica di distribuzione (una novità per l’epoca) che prevedeva venditori autonomi e distributori sparsi in tutto il paese.

Monteiro applicò gli stessi concetti anche alle sue precedenti pubblicazioni, ne fu testimonianza la riedizione del 1920 del libro Urupês, successivamente registrata come Ed. da Revista do Brasil, São Paulo, 1920.

Subito dopo, fondò la Editrice Monteiro Lobato & Cia., più tardi chiamata Companhia Editora Nacional, che debuttò con l’opera O Problema Vital (una collezione di articoli sulla salute pubblica), seguita dalla tesi O Saci Pererê: Resultado de um Inquérito. La nuova casa editrice, tuttavia, non abbandonò il vecchio sistema della pubblicazione di opere emergenti, come A Luta pelo Petróleo di Essad Bey

Nel mese di luglio del 1918, due mesi dopo l’acquisto della Revista do Brasil, Lobato pubblicò in formato di libro Urupês, portando i dibattiti sulle caratteristiche del caipira a livello nazionale. Il libro rapì l’interesse di Rui Barbosa che, in un discorso del 1919, durante la sua campagna elettorale, usò la figura di Jeca Tatu come metafora del contadino brasiliano, abbandonato alla miseria dai potere pubblici. La popolarità di Monteiro fu tale che, in un anno solo, pubblicò due testi: Cidades Mortas e Ideias de Jeca Tatu.

Nel 1920, il racconto Os Faroleiros venne adattato al grande schermo con la regia di  Antônio Leite e Miguel Milani. Mesi dopo, Lobato pubblicò A Menina do Narizinho Arrebitado, la sua prima opera infantile che diede origine a Lucia, meglio conosciuta come Narizinho del Sítio do Picapau Amarelo. Il libro venne lanciato nel mese di dicembre con copertina e illustrazioni di Lemmo Lemmi.

A gennaio del 1921, la casa editrice regalò esemplari gratuiti di A Menina do Narizinho Arrebitado nelle scuole, raggiungendo il numero di 500 donazioni. Il successo generò un’esplosione a catena che portò alla pubblicazione delle seguenti opere: Fábulas de Narizinho (1921), O Saci (1921), O Marquês de Rabicó (1922), A Caçada da Onça (1924), O Noivado de Narizinho (1924), Jeca Tatuzinho (1924) e O Garimpeiro do Rio das Garças (1924), tra le tante.

Il successo dei libri di Monteiro Lobato iniziò a richiedere una tiratura più alta, al punto da costringere l’autore a dedicarsi unicamente alla propria casa editrice, affidando la direzione della Revista do Brasil a Paulo Prado e Sérgio Millet. La richiesta dei testi era così alta che fu necessario importare macchinari dagli USA e dall’Europa. Malgrado ciò, a seguito di un terribile periodo di siccità, la tipografia poteva funzionare solo due volte per settimana, date le continue interruzione di energia elettrica. A questa situazione precaria si aggiunse la svalutazione monetaria voluta dal presidente Artur Bernardes, la quale causò molte perdite finanziare a Lobato.

Lo scrittore, a questo punto, ebbe solo una scelta: dichiarare il fallimento. La situazione, di certo, non sancì l’abbandono definitivo del progetto editoriale: Monteiro si stava preparando per aprire un’altra impresa, la Companhia Editora Nacional in società con Octalles Marcondes e, per questo, si trasferì a Rio de Janeiro.

I prodotti della nuova casa editrice abbracciavano una grande varietà di titoli, incluse traduzioni di Hans Staden e Jean de Léry, accompagnate dalla classica e famosa grafica accattivante.

A partire da quel momento, Lobato continuò a scrivere libri infantili di successo, creando altri personaggi, quali: Dona Benta, Pedrinho, Tia Nastácia, Visconde de Sabugosa e Emília.

Oltre a ciò, dato che l’autore non amava molto le traduzioni dei libri europei e mosso dal sentimento nazionalista, decise di scrivere racconti infantili legati alla cultura brasiliana, recuperando, così, vecchi personaggi popolari. Lobato andò anche oltre: mescolò le figure tradizionali brasiliane alle figure della letteratura universale, come la mitologia greca. Inaugurò anche un nuovo genere, la letteratura che insegnava storia, geografia e matematica in maniera divertente.

Soggiorno a New York

Nel 1926, Lobato fu proposto per occupare un posto nell’Academia Brasileira de Letras, ma purtroppo non ci riuscì, così anche una seconda volta. La prima volta, nel 1921, Monteiro avrebbe occupato il posto di Pedro Lezza, ma decise di desistere perchè non volle fare le visite di prassi agli accademici per essere votato.  La seconda volta, partecipò per occupare il posto di João Luís Alves.

Lo stesso anno, uscirono due libri: O Presidente Negro e "How Henry Ford is Regarded in Brazil.

Lobato inviò una lettera a Washington Luís, appena iniziò il suo mandato. Lo scrittore difendeva gli interessi dell’industria editoriale. Il presidente, riconoscendo in lui un rappresentante valido degli interessi culturali del paese, lo nominò incaricato commerciale negli USA. Monteiro appoggiava la tesi di Washington Luís secondo la quale “governare è aprire le strade”. Il letterato,poi, rimase affascinato dal progresso della tecnologia americana, a tal punto da seguire gli sviluppi da vicino delegando la gestione della casa editrice unicamente al socio Octalles Marcondes Ferreira. Più volte cercò di convincere il governo brasiliano ad usare gli stessi accorgimenti nel campo delle innovazioni. Lobato, ancora, dimostrò grande interesse per le questioni attinenti ferro e petrolio e pianificò la fondazione della Tupy Publishing Company.

Durante il suo soggiorno a New York pubblicò: Mr. Slang e o Brasil (1927), As Aventuras de Hans Staden (1927), Aventuras do Príncipe (1928), O Gato Félix (1928), A Cara de Coruja(1928), O Circo de Escavalinho (1929) e A Pena de Papagaio (1930). Le opere infantili uscite in America furono raccolte in Brasile in un unico volume intitolato Reinações de Narizinho (1931).

L’anno seguente, Lobato fu a Detroit per visitare la Ford e la General Motors. Decise, allora, di fondare un’impresa che producesse acciaio e di giocare in borsa, ma con la crisi del 1929 perse tutto. Per saldare i suoi debiti, fu costretto, nel 1930, a vendere le azioni della Companhia Editora Nacional.

Un anno dopo, ritornò a San Paolo e difese la tesi secondo la quale la strada per il successo brasiliano sarebbe risieduta nel ferro, nel petrolio e nelle infrastrutture.

Monteiro appoggiò anche la candidatura del Dr. Júlio Prestes che, in qualità di presidente di San Paolo, propose di avviare la ricerca per il petrolio nel territorio paulista. L’arrivo di Getulio Vargas, tuttavia, impedì l’insediamento di Prestes e attirò le antipatie dello scrittore.

Il petrolio

Dopo esser stata fondata la Companhia Petróleos do Brasil e grazie alla facilità con la quale furono sottoscritte le sue azioni, Monteiro Lobato fondò varie imprese di perforazione per la ricerca del petrolio, come: la Companhia Petróleo Nacional, la Companhia Petrolífera Brasileira, la Companhia de Petróleo Cruzeiro do Sul e, la più grande di tutte (fondata nel 1938), la Companhia Mato-grossense de Petróleo, interessata, quest’ultima, alla ricerca dell’oro nero al confine con la Bolivia.

I comportamenti dello scrittore arrecarono grandi pregiudizi agli interessi di persone molto influenti in Brasile e all’estero. A partire da questo momento, infatti, iniziò la lotta di Monteiro contro i grandi interessi che lo lasciò povero e malato.

Per alcuni anni, il suo tempo fu interamente dedicato alla campagna pro-petrolio e la sua sopravvivenza fu garantita dalla pubblicazione di storie infantili e dalle sue ottime traduzioni di libri stranieri, quali: O Livro da Selva, de Rudyard Kipling (1933), O Doutor Negro, de Arthur Conan Doyle (1934), Caninos Brancos(1933) e A Filha da Neve (1934), entrambi di Jack London. La sua battaglia per il petrolio era unicamente finalizzata a garantire al popolo brasiliano un tenore di vita migliore, tentò invano, addirittura, una raccolta di firme per una campagna petrolifera.

Molte difficoltà apparvero lungo la strada dibattuta da Lobato, ma nonostante tutto, la sua produzione letteraria raggiunse l’apice. Il libro América (1932) parlava delle sue lotte per il petrolio, più tardi uscirono História do Mundo para Crianças (1933), Na Antevéspera e Emília no País da Gramática (1934), con quest’ultimo libro difese il progetto di una grammatica normativa rivista. Mesi dopo, il suo testo História do Mundo Para Crianças fu duramente criticato e censurato dalla Chiesa Cattolica. Il padre Sales Brasil scrisse un libello intitolato "A literatura infantil de Monteiro Lobato ou comunismo para crianças.

Lo scrittore accettò l’invito di far parte dell’Academia Paulista de Letras e, nello stesso periodo, scrisse un dossier sul petrolio chiamato O Escândalo do Petróleo (1936), nel quale accusava il Governo di non perforare e di non lasciar perforare. Il libro, in meno di un mese, vendette molte copie e Getulio Vargas, oltre ad ordinarne il ritiro immediato, lo proibì. Dopo poco, morì Heitor de Moraes, corrispondente e amico di Monteiro.

Monteiro, ancora, creò la União Jornalística Brasileira, un’impresa sorta per redigere e distribuire notizie per i giornali. Nel mese di febbraio del 1939, suo figlio Guglielmo morì. Affranto, Lobato chiese al Ministro dell’Agricoltura di aprire subito un’inchiesta sul petrolio. Getulio Vargas rispose proponendogli un invito a dirigere un Ministero della Propaganda, ma l’autore rifiutò. Subito dopo, inviò una lettera alla presidenza dove criticava duramente la politica brasiliana relativa alle miniere. Il tenore della lettera fu considerato sovversivo e irrispettoso e, di conseguenza, un pretesto per arrestare Monteiro, accusato di aver diffamato il Conselho Nacional do Petróleo, presieduto dal generale Horta Barbosa che imprigionò lo scrittore nel Presídio Tiradentes. Barbosa, più tardi, abbracciando le idee rivoluzionarie del letterato, divenne uno dei maggiori leader della nazionalista Campanha do Petróleo.

Una campagna promossa da intellettuali e amici fece sì che Getulio Vargas riducesse la pena di Monteiro da sei mesi a tre, ma il governo tentò di tutto per mettere a tacere Lobato, il quale passò a denunciare le torture e i maltrattamenti perpetuati dalla polizia nei suoi confronti.

Per pura casualità il petrolio fu trovato, nel 1939, in una zona di Salvador chiamata Lobato.

Gli ultimi anni di vita

Nel 1943, Caio Prado Júnior fondò l’Editora Brasiliense, la quale propose allo scrittore la pubblicazione delle sue opere complete. Egli accettò la raccolta ma rifiutò la candidatura per l’Academia Brasileira de Letras, nonostante avesse preso parte della delegazione paulista del I Congresso Brasileiro de Escritores che, alla chiusura della manifestazione, tenne un discorso a favore della piena libertà d’espressione come garanzia di libertà e ripensamento democratico del paese.

Il governo reagì liquidando le imprese di Monteiro.  Lo scrittore, allora, si avvicinò alla resistenza comunista, la quale lo invitò a prender parte della lista dei candidati. Lobato, tuttavia, rifiutò la candidatura, ma inviò una lettera di saluti che fu letta da Luís Carlos Prestes nell’ambito di un grande comizio realizzato, nel 1945, nello stadio di Pacaembu.

Mesi dopo, fu pubblicata Nasino, edizione italiana di Narizinho con illustrazioni di Vincenzo Nicoletti. A maggio, A Menina do Narizinho Arrebitado venne trasformata, dalla Radio Globo, in un racconto radio per i bambini.

Lobato diventò direttore dell’Instituto Cultural Brasil-URSS, ma fu costretto ad allontanarsi nel 1945, quando fu ricoverato per un intervento chirurgico. Nel 1946, si trasferì a Buenos Aires, attratto dalla bellezza del bestiame argentino e come reazione alla situazione brasiliana, prima di partire, tuttavia, divenne socio della Editora Brasiliense su invito di Caio Prado Júnior.

Nel mese di ottobre, con Manuel Barreiro, Miguel Pilato e Ramón Prieto, fondò la Editorial Acteon.

Nel 1947, non essendosi adattato al clima argentino, ritornò in Brasile. Il suo arrivo fu accolto da molti giornalisti, ai quali disse, usando una metafora, che la costituzione, nel governo di Eurico Gaspar Dutra, non valeva più niente. Da questa indignazione nacque il suo ultimo libro, Zé Brasil, pubblicato dalla Editorial Vitória, nel quale Lobato rielaborava il suo personaggio Jeca Tatu, trasformandolo in un lavoratore senza terra e espropriato dai latifondisti.

Più tardi, a seguito delle attività vietate dal Ministro della Giustizia al partito comunista, l’autore scrisse A Parábola do Rei Vesgo per un comizio di protesta tenutosi presso il Vale do Anhangabaú, la notte del 18 giugno. Il testo rifletteva la delusione di Monteiro per la democrazia oppressiva del generale Dutra. Nel mese di dicembre fu a Salvador per assistere all’operetta Narizinho Arrebitado. Sempre nello stesso periodo, pubblicò O Problema Econômico de Cuba, sua ultima traduzione.

Nel mese di aprile del 1948, il letterato soffrì il primo problema vascolare che gli causò difficoltà nella deambulazione. Nonostante ciò, si affiliò alla rivista Fundamentos e pubblicò De Quem É o Petróleo na Bahia e Georgismo e Comunismo.

Due giorni dopo aver difeso la campagna O petroleo è Nosso in un’intervista rilasciata a Murilo Antunes Alves della Rádio Record, Monteiro Lobaro ebbe un problema cerebrale e morì alle 4 del mattino del 4 luglio del 1948, a 66 anni. Con grande commozione nazionale, la camera ardente fu allestita nella Biblioteca Municipal de São Paulo e il corpo venne sepolto nel Cemitério da Consolação.

Le opere di Lobato ancora servono d’ispirazione e esempio per migliaia di bambini, giovani e adulti in Brasile.

Problemi dopo la morte

Nel 1996, gli eredi di Monteiro Lobato chiesero alla Editora Brasiliense (unica detentrice di tutte le sue opere) una riedizione dei libri facenti parte della collezione. Tale edizione doveva comportare un aspetto più moderno nelle illustrazioni, accompagnata da una nuova impaginazione.

EditoraBrasiliense

La casa editrice, nonostante le varie sollecitazioni, continuò a stampare le immagini come sempre. A partire da quel momento iniziò una lunga lite con i nipoti di Lobato, i quali erano indignati per la negligenza della Editora Brasiliense. Seguirono varie azioni legali, come quella contro la cessione dei diritti a terzi (nel caso di specie la Saraiva) oppure quella contro la pubblicazione di un libro falsamente attribuito a Monteiro (Contos Escolhidos).

La casa editrice si difendeva affermando di essere titolare di un diritto ad infinitum concesso dallo scrittore tramite contratto.

Nel mese di settembre del 2007, a seguito di un accordo con gli eredi, il Supremo Tribunal de Justiça sentenziò la rescissione contrattuale e concesse i diritti in maniera esclusiva alla Editora Globo. La casa editrice godrà dei diritti fino al 2018, anno in cui l’eredità dell’autore diventerà di dominio pubblico, per i 70 anni passati dalla morte.

Libri per bambini

Il libro che rese famosissimo Lobato fu A Menina do Narizinho Arrebitado del 1920,il testo, tuttavia, non fu mai rieditato, eccetto una piccola edizione facsimile del 1981.

La maggior parte delle storie di Monteiro erano ambientante nel Sítio do Picapau Amarelo, una campagna dell’entroterra brasiliano che aveva come proprietaria Dona Benta, nonna di Narizinho e Pedrinho. Era presente anche il personaggio di Tia Natacia, una domestica. Questi protagonisti erano affiancati da altri che nascevano dalla immaginazione dei bambini, come: Emilia, la bambola dal carattere forte; Visconde de Sabugosa, la pannocchia aristocratica; la mucca Mocha, l’asino Conselheiro, il maiale Rabicò e il rinoceronte Quindim.

Le avventure, invece, erano ambientate in altri luoghi: o in un mondo di fantasia inventato dai bambini o in alcune storie raccontate da Dona Benta nel tardo pomeriggio.

Influenze

Il Gatto Felix, grande classico d’animazione, aveva un sosia cattivo nella storia del Sitio, mentre Braccio di Ferro apparve nei libri di Lobato come una persona intrattabile, la ragione risiede nel fatto che, il personaggio, fino alla metà degli anni ‘30, era presentato come un marinaio scorbutico.

Lobato aveva sempre ammesso di ricevere influenze da parte di autori di opere infantili, partendo da classici come Esopo e La Fontaine, sino ai personaggi del cinema. I bambini del Sitio, poi, erano visitati da tutti i personaggi dell’immaginario letterario.

Non a caso, Peter Pan conviveva a lato di figure folkloristiche, come il Saci; il tutto era permeato dalla caratteristica comune del mondo rurale: quella di raccontare storie – e quasi sempre, infatti, era così che Tia Nastácia e Dona Benta introducevano ai lettori i nuovi argomenti.

Tra i classici citati da Lobato, si trovano: Lewis Carroll, Carlo Collodi e J. M. Barrie, oltre agli altri che hanno influenzato indirettamente la sua opera, come: L. Frank Baum (Il Mago di Oz) eWilhelm Busch.

Il sitio in televisione

I libri infantili di Monteiro Lobato furono trasformati in cinque serie televisive di grande successo. La prima venne trasmessa, dal vivo, dalla TV Tupi di San Paolo. Fu adattata allo schermo televisivo dalla scrittrice Tatiana Belinky ed andò in onda per un anno, partire dal 3 giugno 1952. Del programma, purtroppo, è rimasta solo qualche foto, in quanto non era registrato.

Nel 1957, la TV Tupi di Rio de Janeiro mandò in onda il Programa Sítio do Pica-Pau Amarelo, con la partecipazione di Cláudio Cavalcanti e Daniel Filho.

Quinta serie de: "Sítio do Picapau Amarelo"

La seconda serie fu trasmessa dalla TV Cultura di San Paolo nel 1964. La terza dalla Rede Bandeirantes il 12 dicembre del 1967. La quinta serie fu ospitata dalla Rede Globo dal 7 marzo del 1977 al 31 gennaio del 1986 ed è considerata la versione che ha registrato il maggior successo. Sempre nella Rede Globo, fu in onda, dal 12 ottobre 2001 fino al 2 dicembre 2007, la quinta serie chiamata Sítio do Picapau Amarelo.


Opere infantili facenti parte della collezione Sítio do Picapau Amarelo  (colonna a sinistra) e non (colonna a destra):

  • 1921 - O Saci
  • 1922 - Fábulas
  • 1927 - As aventuras de Hans Staden
  • 1930 - Peter Pan
  • 1931 - Reinações de Narizinho
  • 1932 - Viagem ao céu
  • 1933 - Caçadas de Pedrinho
  • 1933 - História do mundo para as crianças
  • 1934 - Emília no país da gramática
  • 1935 - Aritmética da Emília
  • 1935 - Geografia de Dona Benta
  • 1935 - História das invenções
  • 1936 - Dom Quixote das crianças
  • 1936 - Memórias da Emília
  • 1937 - Serões de Dona Benta
  • 1937 - O poço do Visconde
  • 1937 - Histórias de Tia Nastácia
  • 1939 - O Picapau Amarelo
  • 1939 - O minotauro
  • 1941 - A reforma da natureza
  • 1942 - A chave do tamanho
  • 1944 - Os doze trabalhos de Hércules (dois volumes)
  • 1947 - Histórias diversas
  • 1920 - A menina do narizinho arrebitado
  • 1921 - Fábulas de Narizinho
  • 1921 - Narizinho arrebitado (incluído em Reinações de Narizinho)
  • 1922 - O marquês de Rabicó (incluído em Reinações de Narizinho)
  • 1924 - A caçada da onça
  • 1924 - Jeca Tatuzinho
  • 1924 - O noivado de Narizinho (incluído em Reinações de Narizinho, com o nome de O casamento de Narizinho)
  • 1928 - Aventuras do príncipe (incluído em Reinações de Narizinho)
  • 1928 - O Gato Félix (incluído em Reinações de Narizinho)
  • 1928 - A cara de coruja (incluído em Reinações de Narizinho)
  • 1929 - O irmão de Pinóquio (incluído em Reinações de Narizinho)
  • 1929 - O circo de escavalinho (incluído em "Reinações de Narizinho, com o nome O circo de cavalinhos)
  • 1930 - A pena de papagaio (incluído em Reinações de Narizinho)
  • 1931 - O pó de pirlimpimpim (incluído em Reinações de Narizinho)
  • 1933 - Novas reinações de Narizinho
  • 1938 - O museu da Emília (peça de teatro, incluída no livro Histórias diversas)
  • Opere tradotte da Lobato (a sinistra) e libri per adulti (a destra):

  • Contos de Grimm,
  • Novos Contos de Grimm,
  • Contos de Anderson,
  • Novos Contos de Anderson,
  • Alice no País das Maravilhas,
  • Alice no País dos Espelhos,
  • Robinson Crusoé,
  • Contos de Fadas e
  • Robin Hood.
  • O Saci-Pererê: resultado de um inquérito (1918)
  • Urupês (1918)
  • Problema vital (1918)
  • Cidades mortas (1919)
  • Ideias de Jeca Tatu (1919)
  • Negrinha (1920)
  • A onda verde (1921)
  • O macaco que se fez homem (1923)
  • Mundo da lua (1923)
  • Contos escolhidos (1923)
  • O garimpeiro do Rio das Garças (1924)
  • O Presidente Negro/O choque das Raças (1926)
  • Mr. Slang e o Brasil (1927)
  • Ferro (1931)
  • América (1932)
  • Na antevéspera (1933)
  • Contos leves (1935)
  • O escândalo do petróleo (1936)
  • Contos pesados (1940)
  • O espanto das gentes (1941)
  • Urupês, outros contos e coisas (1943)
  • A barca de Gleyre (1944)
  • Zé Brasil (1947)
  • Prefácios e entrevistas (1947)
  • Literatura do minarete (1948)
  • Conferências, artigos e crônicas (1948)
  • Cartas escolhidas (1948)
  • Críticas e outras notas (1948)
  • Cartas de amor (1948)
  • Fonti:

    1. Segundo a obra Monteiro Lobato/ por Paulo Martinez - São Paulo: Ícone, 2000 - (Série pensamento americano/ coordenador da série Wanderley Loconte) e Monteiro Lobato/ por Marcia Kupstas - São Paulo editora Ática
    2. Lobato (1959), Urupês, Obras Completas, 1, São Paulo: Brasiliense.
    3. HAYASHI, Camila; MULLER, Karina; ALVES, Noêmia, Nas Margens do Paraíba: Vida, histórias e crenças dos habitantes da beira do rio Paraíba do Sul, JAC, São José dos Campos, 2002.
    4. Barbosa, Rui (1956), Obras Completas, XLVI, MEC.
    5. Biblioteca Digital da UNICAMP - Eis o mundo encantado que Monteiro Lobato criou : raça, eugenia e nação.
    6. Revista Bravo! Bravonline - Monteiro Lobato e o Racismo.
    7. IntellectusUERJ - Quem é bom, já nasce feito? Uma Leitura do Eugenismo de Renato Kehl (1917-37).
    8. História Viva - Eugenia, a biologia como farsa.
    9. Revista História Viva nº49, Novembro de 2007.
    10. "Nosso Lobato", Jornal da Unicamp, abr 2002.
    11. MONTEIRO LOBATO, José Bento Renato. O escândalo do petróleo. São Paulo: Companhia Editora Nacional, 1ª ed, 1936.
    12. LOBATO, José Bento Renato Monteiro (20 de janeiro de 1935), Carta ao Presidente Getúlio Vargas, São Paulo: Projeto memória.
    13. SACCHETA, Vladimir, Petróleo ainda que tarde, Globo.
    14. A última entrevista de Monteiro Lobato. Brasilianas.
    15. AZEVEDO, C. L. de, CAMARGOS, M., SACCHETTA, V. Monteiro Lobato furacão na Botocúndia.São Paulo: Editora Senac, 1997.
    16. BRASIL, Padre Sales. A literatura infantil de Monteiro Lobato ou comunismo para crianças. São Paulo: Editora Livraria Progresso, 1957.
    17. CAVALHEIRO, Edgar. Monteiro Lobato – Vida e obra. São Paulo: Companhia Editora Nacional, 1955, 2 vols.
    18. LAJOLO, Marisa; CECCANTINI, João Luís. Monteiro Lobato livro a livro. São Paulo: Edunesp, 2009.
    19. BRANCO, Carlos Heitor Castelo. Monteiro Lobato e a parapsicologia. São Paulo: Quatro Artes, 1972.

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