Colonizzazione portoghese a São Luís do Maranhão - Cultura Brasil

Colonizzazione portoghese a São Luís do Maranhão

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369px-João_de_BarrosNel 1534, in occasione della divisione del Brasile in capitanias hereditarias (porzioni di terre concesse in proprietà ed esplorazione), il tesoriere Joao de Barros riuscì ad ottenere dei terreni  in Maranhão. Un anno dopo, de Barros, in compagnia di Fernão Álvares de Andrade (vice-tesoriere del regno portoghese) e Aires da Cunha, un ottimo capitano, decisero di cimentarsi nella maggiore impresa di colonizzazione dell’epoca: il trasferimento di 900 uomini (tra i quali: marinai, soldati, coloni ed esploratori a cavallo) divisi su 10 navi.  L’impresa, tuttavia, si rivelò un enorme insuccesso a causa del naufragio delle imbarcazioni. Secondo alcuni dati storici, nel 1535, sarebbe stata fondata anche la Vila de Nossa Senhora de Nazaré. Circa il posizionamento del piccolo centro, alcune fonti riportano la Ilha Grande, altre la Ilha do Medo, altre ancora l’attuale Municipio de Alcantara. Sebbene non esistano dei documenti certi, un dato è inconfutabile: l’arrivo dei Portoghesi. L’episodio storico è confermato dalla scoperta, in loco, di una tribù di indios (Barbados Rouxés) che affermava di esser discendente degli Europei. Gli indigeni, difatti, non avevano i classici tratti somatici, bensì: carnagione e capelli chiari, occhi grandi e, in aggiunta, preparavano pasti di origine portoghese.
Nel 1538, poi, a causa della presenza di indios molto violenti e di terreni paludosi, i pochi coloni superstiti decisero di ritornare in Portogallo.
La Capitania do Maranaho, dunque, oramai in stato di abbandono, venne donata a Luis de Melo e Silva. Quest’ultimo avrebbe organizzato due spedizioni, una delle quali naufragata.
Sono verso la fine XVII secolo Sao Luis iniziò a svilupparsi: la presenza dei Carmelitani, Gesuiti e Francescani e la costante introduzione della civiltà europea favorì un nuovo ciclo economico che apportò benefici anche in termini urbanistici. Grandi reti fognarie, acquedotti e fontane, infatti, vennero realizzate durante il periodo pombalino. Oltre a ciò, i discendenti delle famiglie benestanti, studiando all’estero, acquisivano un patrimonio di conoscenze importante che introducevano nella loro terra d’origine.
Ana JansenLa periferia della città, invece, si apprestava a vivere un vivacissimo periodo culturale volto alla riscoperta dell’identità nera degli schiavi. Nel frattempo, il personaggio di Ana Jansen seminava terrore: si raccontava che la borghese maltrattasse, torturasse e uccidesse gli schiavi. La ferocia della donna era così nota che, oltre a dare il proprio nome ad un lago della parte nuova della città, entrò a far parte di varie leggende, secondo la più famosa la sua carrozza, tirata da cavalli bianchi senza testa, sarebbe ancora in circolazione per le strade di Sao Luis.

Fonte:

  1. Info Escola: História de São Luís, cidade de Nazaré (segunda parágrafo): http://www.infoescola.com/maranhao/sao-luis/
  2. Lenda: Carruagem de Ana Jansen, turismo-ma.com.br. 
  3. http://www.brasil-turismo.com/maranhao/historia.htm
  4. MEIRELES, Mário M. O BRASIL E A PARTIÇÃO DO MAR OCEANO. São Luis: AML, 1999
  5. MEIRELES, Mário M. JOÃO DE BARROS – PRIMEIRO DONATÁRIO DO MARANHÃO. São Luis: ALUMAR, 1996
  6. DAHER, Andréa. O BRASIL FRANCES – as singularidades da França Equinocial. Rio de Janeiro: Civilização Brasileira, 2007
  7. http://saoluisdomara.xpg.uol.com.br/pagina04.html

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