Forte do Presépio – Belém do Parà - Cultura Brasil

Forte do Presépio – Belém do Parà

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Forte do Presépio - Belém do Parà, fonte:  João Ramid/ O Liberal

Il Forte do Castelo do Senhor Santo Cristo do Presépio de Belém, meglio conosciuto come Forte do Presépio, si trova sul margine sinistro della foce del Rio Guamà, un posizionamento che gli consente di vegliare sull’entrata del porto e sul canale di navigazione che costeggia l’Ilha das Onças.
Il fortino, ogni giorno, riceve molti visitatori, affascinati dalla sua localizzazione privilegiata e dal sapore di storia, oltre a ciò fa parte della Feliz Lusitania, il complesso architettonico e religioso della città vecchia.

Storia

Dopo la conquista di Sao Luis do Maranhao - avvenuta nel mese di novembre del 1615 su ordine del Capitao-mor da Conquista do Maranhão, Alexandre de Moura - Francisco Caldeira de Castelo Branco, Capitão-mor da Capitania do Rio Grande do Norte, partì, il 25 dicembre del 1615, dalla città alla volta della bocca del Rio Amazonas.
Il capitano, che ricevette il titolo di Descobridor e Primeiro Conquistador do Rio das Amazonas (scopritore e primo conquistatore del Rio das Amazonas), con tre imbarcazioni e meno di 200 uomini, attraccò sulla Baia de Guajarà il 12 gennaio del 1616. Approfittando dell’esistenza di un piccolo promontorio sul margine sinistro dell’Igarapé Piri, costruì un forte di fascine e terra, con alloggi militari ricoperti di paglia. La struttura, battezzata come Forte do Presépio de Belém, ospitava 12 cannoni ed era utilizzata per difendere la città dalle aggressioni degli indigeni e da qualunque attacco da parte di corsari inglesi e olandesi.
Uno dei primi rovinosi attacchi avvenne da parte delle forze del capo Guaimiaba. A tal riguardo, si rese necessario costruire una struttura più solida.

Costruzione del Forte do Senhor Santo Cristo

La nuova fortificazione venne munita di un baluardo con quattro cannoni, un torrione e un alloggio per sessanta soldati. Il nome scelto fu Forte Castelo do Senhor Santo Cristo, o semplicemente Forte do Santo Cristo. Il costruttore dell’opera fu Bento Maciel Parente.
A seguito di altri attacchi, la struttura venne rovinata gravemente, allora, tra il 1632 e il 1712 vennero effettuate delle riparazioni.
Il Provedor da Fazenda Real do Parà, Francisco Galvão da Fonseca, con una lettera del 20 maggio del 1721, illustrò al sovrano che il complesso era nuovamente fatiscente.
La Carta-regia del 30 maggio 1721, dispose le riparazioni di varie fortificazioni della regione, affidando i cantieri al muratore Francisco Martins, il quale ricevette un salario di 800 reis al giorno. Pochi anni più tardi, nel 1728, il Sargento-mor Engenheiro Carlos Varjão Rolim, venne portato a São Luiz do Maranhão per dirigere dei lavori, di lì si spostò a Belém, dove, nel 1740, progettò il forte che aveva un posto di guardia, una prigione, dei depositi e una polveriera.
Altre riparazioni interessarono la struttura nel 1759 e nel 1773. A partire dal 1759, passò ad essere utilizzato come ospedale militare (Hospital do Castelo), una funzione che esercitò per poco tempo, sino a quando l’allora Governador Fernando da Costa de Ataíde Teive acquisì il Bacelar, un immobile attualmente conosciuto come Casa das Onze Janelas.

Il forte durante il XX secolo

Forte do Presepe - Belém do Parà, foto: Odilson Sà

Il Forte, all’epoca dell’Indipendenza del Brasile, venne ricostruito e, durante il Periodo Regencial, venne disattivato dall’Aviso Ministerial del 24 dicembre del 1832 che disarmò i forti, i fortini e i punti fortificati.
Un anno dopo, la struttura passò ad esser chiamata Castelo de São Jorge o, semplicemente, Forte do Castelo.
Durante la Cabanagem, l’edificio funse da caserma per i rivoltosi e, dopo lo scambio di colpi con l’armata inglese di John Taylos, venne quasi distrutto.
A partire dal 1850, durante il governo di Jerônimo Francisco Coelho, Presidente da Província do Pará, il forte venne riparato e armato. Il presidente pulì le mura di cinta e recuperò altri spazi, come la Casa del Comandante, un ponte levatoio, un grande portone e delle mura sul lato del Rio Guamà.
Nel 1868, la struttura venne armata con 27 cannoni: cannoni Parrot calibro 100 mm, due cannoni Withworth calibro 70 mm, quattro lanciagranate Paixhans calibro 80 e diciannove antichi cannoni avancarica a canna liscia.

Cannoni nel Forte do Presépe - Belém do Parà, fonte: 1000 dias de Rodrigo
Il 12 dicembre del 1876, ancora, con l’Aviso Ministeriale del 12 dicembre del 1876, l’edificio venne disarmato e passò ad ospitare l’antico Trem de Guerra (sino ad allora presente nel Convento dos Mercedarios) e l’Enfermaria Militar.
Due anni dopo, la struttura venne utilizzata come centro d’accoglienza per tutti di emigrati fuggiti dalla siccità dell’entroterra.

Dal XX secolo ai nostri giorni

Forte do Presépio - Belém do Parà, fonte: Portal Amazonia

Nel 1907, il Governo Federal autorizzò l’impresa privata Port of Parà a installarsi nell’antico forte, autorizzandola, nel contempo, ad effettuare i cambiamenti che gli fossero più convenienti, a patto che restituissero l’immobile con le mura ricostruite.
Tredici anni dopo, la struttura ritornò nelle mani dell’esercito e venne utilizzata per scopi bellici durante la Seconda Guerra Mondiale, quando ospitò l’Artiglieria. Negli anni ‘60, dopo tanti anni di onorato servizio, il forte entrò sotto la tutela del Serviço do Patrimônio Histórico e Artístico Nacional. A partire da quel momento, subì numerose modifiche, come la creazione di un bar, un ristorante e un sala di feste per il Circulo Militar di Belém.
Forte do Presépio - Belém do Parà

Nel 1980, con le mura parzialmente distrutte, vennero effettuati dei lavori di emergenza per garantire l’incolumità dei passanti. Solo nel 1983, grazie all’intervento dell’IPHAN e alle risorse della Fundação Pró-Memória, venne restaurato.
Il Circulo Militar lasciò il Forte do Presépio solo nel 1997, dopo che l’area venne riqualificata come spazio culturale e passò ad ospitare un museo e degli spazi destinati al teatro. Il tutto, ancora, venne inserito, tramite un’iniziativa dello Stato, in un progetto di restauro che intese dar valore alla Cidade Velha e Campina.
Agli albori del 2000, dopo una serie di contrasti politici, il Museu do Encontro venne allestito con un’esposizione dedicata alla colonizzazione portoghese in Amazzonia e al mondo indigeno.
Durante gli scavi, ancora, sul posto, vennero rinvenuti dei reperti archeologici riconducibili all’esistenza della Capela de Santo Cristo, uno dei simboli delle origini del Parà, confermando la tesi di molti storici secondo la quale la capitale avrebbe avuto origine tra la croce (religione) e la spada (la strategia bellica).

Museu do Encontro
Museu do Encontro - Belém do Parà  fonte: Belem by Hand

Il Museu Do Encontro mette a disposizione dei visitatori una collezione di oggetti appartenenti alla quotidianità di popoli indigeni, come contenitori di ceramica, artefatti in pietra e pietre focaie.
Tra le esposizioni degne di nota figura la vetrina Marajoara, una raccolta di pezzi appartenenti all’omonima civiltà che, stabilitasi nel Marajò nel 500 DC, scomparve misteriosamente nel 1650.
Al centro del museo, le urne funerarie rivelano indizi interessanti sui rituali marajoara.
Nella struttura è presente anche una replica del quadro A Conquista do Amazonas, un’opera che ritrae la presenza di Portoghesi, indigeni, missionari, caboclos e che è ritenuta l’inizio della formazione dell’identità nazionale.

A Conquista do Amazonas

Oltre a ciò, la collezione di muiraquitaes trovati nella regione tapajonica (attuale Santarém) è una grande attrazione. Gli oggetti, prevalentemente in pietra, erano usati come dei talismani.
Il Museu conserva un’altra grande ricchezza: la storia dei famosi indios tupinambas. Gli indigeni erano famosi per il cannibalismo. Tale partica, avvenuta esclusivamente con i defunti, trovava spiegazione nella volontà di incorporare i morti mangiando la loro carne.
Presente anche un’antica pianta della città di Belém che, disegnata dagli Olandesi e datata XVII secolo, riporta il Forte do Presépio, delle chiese e le prime abitazioni.
Per illustrare l’importanza delle cultura indigena per l’Amazzonia, al centro del Museu è presente uno scavo di un antico sitio tribale.

Fonti

  • BARRETTO, 1958
  • OLIVEIRA, 1968
  • TEIXEIRA, 2010:
  • OLIVEIRA, 1968
  • GARRIDO, 1940:
  • Citado por Arthur Vianna (tomo IV dos Anais da Biblioteca e Arquivo Público do Pará, 1905), com base no Relatório do vice-Presidente da Província, visconde de Arari. TEIXEIRA (2010) computa-lhe, para o mesmo ano, 52 peças
  • PORTO, DELGADO et alii. "Revitalização e Reutilização do Património Histórico Construído e sua Relação com a Comunidade. Caso: Complexo Feliz Lusitânia, na Cidade de Belém". in XIII Encontro Latino-Americano de Iniciação Científica. Consultado em 2 jan 2012.
  • Portal Amazonia – Forte do Presépio: http://www.portalamazonia.com.br/cultura/turismo/forte-do-presepio-marco-da-colonizacao-do-para/
  • BARRETO, Aníbal (Cel.). Fortificações no Brasil (Resumo Histórico). Rio de Janeiro: Biblioteca do Exército Editora, 1958.
  • GARRIDO, Carlos Miguez. Fortificações do Brasil. Separata do Vol. III dos Subsídios para a História Marítima do Brasil. Rio de Janeiro: Imprensa Naval, 1940.
  • OLIVEIRA, José Lopes de (Cel.). "Fortificações da Amazônia". in: ROCQUE, Carlos (org.). Grande Enciclopédia da Amazônia (6 v.). Belém do Pará, Amazônia Editora Ltda, 1968.
  • SOUSA, Augusto Fausto de. Fortificações no Brazil. RIHGB. Rio de Janeiro: Tomo XLVIII, Parte II, 1885.
  • TEIXEIRA, Paulo Roberto Rodrigues. "Forte do Presépio". in DaCultura, ano X, nº 17, agosto de 2010.
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