Seus Olhos - Gonçalves Dias - Cultura Brasil

I suoi Occhi

I suoi occhi così neri, così belli, così puri,
Di un vivo baglior,
Stelle imprevedibili, che le acque dormienti
Del mare feriscono;

I suoi occhi così neri, così belli, così puri,
hanno un'espressione gentile,
Più dolce della brezza, - più dolce del canto notturno
Del marinaio, - più dolce di un flauto
Che rompe la solitudine,

I suoi occhi così neri, così belli, così puri,
Di luce viva,
Son bambini affettuosi, gentili, simpatici
Giocando e ridendo.

Son dolci bambini, che giocano, saltano
In un gioco infantile,
Inquieti, vivaci; - che danno fastidio,
Con baci calmiamo il dolore d'un momento,
Con modi gentili.

I suoi occhi così neri, così belli, così puri,
è così che sono;
A volte luccicano, sereni, tranquilli,
A volte son vulcani!

A volte, oh! Sì, diffondono così debolmente,
Un tanto timido brillar,
Che mi sembra che l'aria li uccidesse,
E gli occhi tanto deboli, che il pianto inumidisce
Mi fanno commuovere.

Così il bell'infante, che dorme tranquillo,
Si sveglia piangendo;
E muto e serio, pensando a mille cose,
Non pensa - a pensare.

Nelle anime così pure della vergine, dell'infante,
A volte del cielo
Cade dolce l'armonia d'un' arpa celeste,
Un vago desiderio; e la mente si veste
Del pianto come un velo.

Vuoi che siano nostalgie, vuoi che siano desideri
Della miglior patria;
Io amo i suoi occhi che piangono con interesse
Un pianto senza dolore.

Io amo i suoi occhi tanto neri, tanto puri,
Di scintillio vivo;
I suoi occhi che esprimono una così dolce armonia,
Che parlano d' amori con tanta poesia,
Con tanto pudore.

I suoi occhi così neri, così belli, così puri,
E' così che sono;
Io amo questi occhi che parlano d'amori
Con tanta passione.



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Seus Olhos

Seus olhos tão negros, tão belos, tão puros,
De vivo luzir,
Estrelas incertas, que as águas dormentes
Do mar vão ferir;

Seus olhos tão negros, tão belos, tão puros,

Têm meiga expressão,
Mais doce que a brisa, — mais doce que o nauta
De noite cantando, — mais doce que a frauta
Quebrando a solidão,

Seus olhos tão negros, tão belos, tão puros,

De vivo luzir,
São meigos infantes, gentis, engraçados
Brincando a sorrir.

São meigos infantes, brincando, saltando

Em jogo infantil,
Inquietos, travessos; — causando tormento,
Com beijos nos pagam a dor de um momento,
Com modo gentil.

Seus olhos tão negros, tão belos, tão puros,

Assim é que são;
Às vezes luzindo, serenos, tranqüilos, 
Às vezes vulcão!

Às vezes, oh! sim, derramam tão fraco,

Tão frouxo brilhar,
Que a mim me parece que o ar lhes falece,
E os olhos tão meigos, que o pranto umedece
Me fazem chorar.

Assim lindo infante, que dorme tranqüilo,

Desperta a chorar;
E mudo e sisudo, cismando mil coisas, 
Não pensa — a pensar.

Nas almas tão puras da virgem, do infante, 

Às vezes do céu
Cai doce harmonia duma Harpa celeste,
Um vago desejo; e a mente se veste
De pranto co'um véu.

Quer sejam saudades, quer sejam desejos

Da pátria melhor;
Eu amo seus olhos que choram em causa 
Um pranto sem dor.

Eu amo seus olhos tão negros, tão puros,

De vivo fulgor;
Seus olhos que exprimem tão doce harmonia, 
Que falam de amores com tanta poesia,
Com tanto pudor.

Seus olhos tão negros, tão belos, tão puros,

Assim é que são;
Eu amo esses olhos que falam de amores 
Com tanta paixão.

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