Menino do Rio (José Artur Machado) – Caetano Veloso - Cultura Brasil

Menino do Rio (José Artur Machado) – Caetano Veloso

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João Gilberto Prado Pereira de Oliveira – Joao Gilberto

Anno: 1980 
Etichetta:  WEA


Menino do Rio

Menino do Rio, calor que provoca arrepio
Dragão tatuado no braço, calção corpo aberto no espaço
Coração de eterno flerte, adoro ver-te
Menino vadio, tensão flutuante do rio
Eu canto para Deus proteger-te
O Havaí, seja aqui, tudo o que tu sonhares
Todos os lugares, as ondas dos mares
Pois quando eu te vejo eu desejo o teu desejo
Menino do Rio, calor que provoca arrepio toma esta canção
como um beijo

Ragazzino di Rio
 
Ragazzino di Rio, calore che fa venir la pelle d’oca
Dragone tatuato sul braccio, pantaloncini corpo
aperto nello spazio
Cuore da eterno flirt, adoro vederti
Ragazzino ozioso, tensione fluttuante del fiume
Io canto affinchè Dio ti protegga
Le Hawai, che possa esser qui, tutto ciò che sognerai
Tutti i luoghi, le onde dei mari
Poichè quando ti vedo io desidero
il tuo desiderio
Ragazzino di Rio, calore che 
fa venir la pelle d’oca prendi questa canzone
come un bacio

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JOAO GILBERTO

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JOAO GILBERTO PRADO PEREIRA DE OLIVEIRA

*traduzione non ufficiale

O Menino do Rio è esistito veramente, il suo nome era José Artur Machado, surfista di 22 anni conosciuto come Petit.
Agli inizi degli anni ‘70, José rappresentava lo stereotipo di una generazione di giovani che popolavano la spiaggia di Copacabana: capelli dorati, libertà e nessun altro impegno nella vita. L’espressione “coraçao de eterno flerte” era evocativa dello stile di vita di Petit, costantemente in flirt con la vita, diviso tra il corso di arti marziali e l’attività di modello, abbronzato dal forte sole carioca.
Arthur, contrariamente alla Ragazza di Ipanema, conobbe sin da subito la canzone a lui dedicata e, nonostante tutto, non si nascose, anzi continuò ad essere sempre lo stesso: ingravidava ragazzine, assumeva sostante stupefacenti e praticava il surf.
Nel 1987, tuttavia, Petit cadde dalla moto di un amico. Il colpo alla testa gli causò una paralisi del lato destro del corpo, costringendolo a vivere segregato in casa. Isolato da tutto e da tutti, Josè decise di mettere fine alla propria vita impiccandosi con la cintura del suo kimono.

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