Quando perderes o gosto humilde da tristeza - Manuel Bandeira - Cultura Brasil

Quando perderes o gosto humilde da tristeza - Manuel Bandeira

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Quando perderai il gusto umile della tristezza

Quando perderai il gusto umile della tristezza,
Quando, nei momenti melanconici del giorno,
Non ascolterai più le labbra dell'ombra
Mormorando ai tuoi orecchi
Le parole di voluttuosa bellezza
O di casta sapienza;

Quando la tua tristezza non sarà più che amarezza,
Quando perderai tutto lo stimolo e tutta la convinzione.
- La fede nel bene e nella virtù,
La fiducia nei tuoi amici e nella tua amata,
Quando lo stesso giorno si trasformerà in una notte scura
Di sconsolazione e malevolenza;

Quando, nell'agonia di tutto ciò che passa
Davanti agli occhi immobili dell'infinito,
Nel dolore di vedere seccare le rose,
E come le rose tutto ciò che è bello e fragile,
Non sentirai nel tuo animo afflitto
Crescere l'ansia di vita come una divina grazia;

Quando avrai invidia, quando la gelosia
brucerà gli ultimi lilium della tua anima sverginata;
Quando nei tuoi occhi aridi
Si estingueranno le fonti delle lacrime soavi
Nelle quali si affievolì il peccaminoso lume
Della tua inquieta adolescenza:

Allora, sorridi per l'ultima volta, tristemente,
A tutto ciò che una volta
Hai amato. Sorridi tristemente...
Sorridi con calma...in un sorriso pallido...pallido
Come il bacio religioso che posasti
Sulla fronte morta di tua madre... sulla sua fronte morta...



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Quando perderes o gosto humilde da tristeza



Quando perderes o gosto humilde da tristeza,

Quando, nas horas melancólicas do dia,

Não ouvires mais os lábios da sombra
Murmurarem ao teu ouvido
As palavras de voluptuosa beleza
Ou de casta sabedoria;


Quando a tua tristeza não for mais que amargura,

Quando perderes todo estímulo e toda crença.

- A fé no bem e na virtude,
A confiança nos teus amigos e na tua amante,
Quando o próprio dia se te mudar em noite escura
Da desconsolação e malquerença;


Quando, na agonia de tudo o que passa

Ante os olhos imóveis do infinito,

Na dor de ver murcharem as rosas,
E como as rosas tudo o que é belo e frágil,
Não sentires em teu ânimo aflito
Crescer a ânsia de vida como uma divina graça;


Quando tiveres inveja, quando o ciúme

Crestar os últimos lírios de tua alma desvirginada;

Quando em teus olhos áridos
Estancarem-se as fontes das suaves lágrimas
Em que se amorteceu o pecaminoso lume
De tua inquieta mocidade:


Então, sorri pela última vez, tristemente,

A tudo que outrora

Amaste. Sorri tristemente...
Sorri mansamente... em um sorriso pálido... pálido
Como o beijo religioso que puseste
Na fronte morta de tua mãe... sobre a sua fronte morta...

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