Bonitas Mesmo - Martha Medeiros - Cultura Brasil

Bonitas Mesmo - Martha Medeiros

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Belle senza dubbio

Quando una donna è realmente bella? Nel momento in cui esce dal parrucchiere? Quando è ad una festa? Quando posa per una foto? Clic, clic, clic. Sorriso giallo, postura artificiale, presentazione in pubblico. Belle senza dubbio lo siamo quando nessuno ci osserva.
Buttata sul divano, con il pantalone per stare in casa, una maglia senza bottone, le gambe incrociate una sull'altra, i capelli che cadono in un modo qualsiasi sulle spalle, nessuna preoccupazione se il rossetto è resistito o no al lungo trascorrere del giorno. Un libro in mano, lo sguardo perso in tante parole, un'aria di scoperta sul viso. Bella.
Camminando in strada, il sole cocente, la manica della maglia arrotolata, la nuca che arde, i capelli raccolti in un codino fatto male, un'aria di disapprovazione per il ritardo dell'autobus, centinaia di persone che si incrociano e nessuno fissando nessuno, lei asciuga la fronte con il palmo della mano, aggiusta le sopracciglia con le dita. Perfetta.
Uscendo dal bagno, l'asciugamano abbandonato a terra, il corpo ancora umido, le mani che tolgono il vapore dallo specchio, crema idratante sulle gambe, deodorante, un ultimo minuto di relax, c'è un giorno intero da trascorrere e appena la porta del bagno verrà aperta già non sarà più padrona di se stessa. Lavare i denti, sputare, asciugare la bocca, respirare profondamente. Spettacolare.
Nel teatro, le luci spente, il sorriso libero, esagerato, le mani che applaudono a scena aperta, senza controllo, il suo busto girarsi quando sorprende una voce, risata che non si trattiene, non obbedisce all'adeguatezza, gengiva in mostra, la sua spalla accostata alla spalla a lato, entrambi girati avanti, la mano che chiude la bocca in un breve attimo d'imbarazzo per la tanta allegria. Un sogno.
L'auto parcheggiata con fretta in una strada sconosciuta, una necessità urgente di piangere a causa di una canzone o di un ricordo, la testa buttata sul volante, le lacrime calde, abbondanti, un fazzoletto di carta cercato in borsa, il naso che cola, le dita che puliscono le palpebre, il retrovisore che mostra gli occhi rossi e tuttavia usato come protezione, sono qui con te, solo io ti sto osservando. Seducente.

Martha Medeiros


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Bonitas Mesmo

Quando é que uma mulher é realmente bonita? No momento em que sai do cabeleireiro? Quando está numa festa? Quando posa para uma foto? Clic, clic, clic. Sorriso amarelo, postura artificial, desempenho para o público. Bonitas mesmo somos quando ninguém está nos vendo.
Atirada no sofá, com uma calça de ficar em casa, uma blusa faltando um botão, as pernas enroscadas uma na outra, o cabelo caindo de qualquer jeito pelo ombro, nenhuma preocupação se o batom resistiu ou não à longa passagem do dia. Um livro nas mãos, o olhar perdido dentro de tantas palavras, um ar de descoberta no rosto. Linda.
Caminhando pela rua, sol escaldante, a manga da blusa arregaçada, a nuca ardendo, o cabelo sendo erguido num coque malfeito, um ar de desaprovação pelo atraso do ônibus, centenas de pessoas cruzando–se e ninguém enxergando ninguém, ela enxuga a testa com a palma da mão, ajeita a sobrancelha com os dedos. Perfeita.
Saindo do banho, a toalha abandonada no chão, o corpo ainda úmido, as mãos desembaçando o espelho, creme hidratante nas pernas, desodorante, um último minuto de relaxamento, há um dia inteiro pra percorrer e assim que a porta do banheiro for aberta já não será mais dona de si mesma. Escovar os dentes, cuspir, enxugar a boca, respirar fundo. Espetacular.
Dentro do teatro, as luzes apagadas, o riso solto, escancarado, as mãos aplaudindo em cena aberta, sem comandos, seu tronco deslocando–se quando uma fala surpreende, gargalhada que não se constrange, não obedece à adequação, gengiva à mostra, seu ombro encostado no ombro ao lado, ambos voltados pra frente, a mão tapando a boca num breve acesso de timidez por tanta alegria. Um sonho.
O carro estacionado às pressas numa rua desconhecida, uma necessidade urgente de chorar por causa de uma música ou de uma lembrança, a cabeça jogada sobre o volante, as lágrimas quentes, fartas, um lenço de papel catado na bolsa, o nariz sendo assoado, os dedos limpando as pálpebras, o retrovisor acusando os olhos vermelhos e mesmo assim servindo de amparo, estou aqui com você, só eu estou te vendo. Encantadora.

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