1978 anticipa l'uscita dell'album di inedite di Ed Motta - Cultura Brasil

1978 anticipa l'uscita dell'album di inedite di Ed Motta

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Ed Motta annuncia l'arrivo di un nuovo album d'inedite!Questa volta, il nipote del grande Tim Maia, utilizza  come bigliettino da visita del 14° lavoro, la canzone 1978. La composizione (il cui testo è stato scritto da Edna Lopes) è una classica canzone alla Ed Motta: un raffinato funk con accenti soul. L'illustre presenza della chitarra elettrica di Chico Pinheiro, inoltre, aggiunge maggiore eleganza alla musica.

In una recente intervista, Ed ha affermato di aver composto, prodotto e registrato egli stesso la canzone, aiutato dal musicista Jessé Sodoc il quale si è occupato degli ottoni. L'album uscirà nel 2013.

Ecco il video della canzone:
1978
(Ed Motta e Edna Lopes)

All'alba si svegliò
Il fuso orario l'ingannò
Senza pensare
Si recò all'ascensore
Non si agitò
Non si girò
Verso la ragazza del bar
Per guardarla

La capitale si svegliò
All'hotel allora ritornò
Erano le dieci
Quando telefonò
Ordinò il caffè
Lesse in piedi
Il vecchio giornale
Locale

E' sempre solo
Non prova solitudine
Dall'ombra non si separa
E' sempre solo...

Nel taxi, il freddo concesse
Al calore del motore
Riscaldare
Il suo viso senza colore
Molto asciutto
Di un luogo
Lontano per esser
Ricordato

Nella sabbia consumata del mare
Nel grigio del suo sguardo
Ricordò
Era il '78
Libero finalmente
Si sentì
Il proprio piacere
Cambiò

Era già solo
Non s'importava
Era già solo
La sua strada altrove tracciata
Era già solo

E' sempre solo
Non prova solitudine
E' sempre solo
Dall'ombra non si separa
E' sempre solo...

Nella sabbia consumata del mare
Nel grigio dello sguardo
Ricordò
Era il 78
Libero finalmente
Si sentì
Il proprio piacere
cambiò

Senza essere formale
E né sentimentale
Libero finalmente.


Testo originale:


1978
(Ed Motta e Edna Lopes)

Na madrugada acordou 
O fuso o enganou
Sem pensar
Foi pro elevador
Nem se abalou
Não virou
Pra moça do bar
Olhar

A Capital despertou 
Pro hotel então voltou 
Eram dez
Quando telefonou
Pediu café
Leu em pé
O velho jornal
Local 

Está sempre só
Não sente falta
Está sempre só
Da sombra não se separa
Está sempre só…

No taxi, o frio deixou
O calor do motor
Esquentar
O seu rosto sem cor 
Seco demais
De um lugar 
Distante pra se
Lembrar

Na areia gasta do mar 
No cinza do olhar
Relembrou
Era setenta e oito
Livre afinal
Sentiu ser
Seu próprio prazer
Mudou 

Já estava só
Não se importava
Já estava só
Sua estrada fôra traçada
Já estava só

Está sempre só
Não sente falta
Está sempre só
Da sombra não se separa
Está sempre só…

Na areia gasta do mar
No cinza do olhar
Relembrou
Era setenta e oito
Livre afinal
Sentiu ser
Seu próprio prazer

Sem ser formal
E nem sentimental 
Livre afinal

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