Maracatu - Cultura Brasil
Secondo l'opera Maracatu: presença da Africa no Carnaval do Recife dello storico Leonardo Dantas Silva, per organizzare l'amministrazione dei neri portati come schiavi in Brasile nel 1538, i colonizzatori avrebbero incentivato l'istituzione di re e regine di colore protetti dalla fratellanza di N.S. do Rosario e Sao Benedito.
La scomparsa della istituzione del re del Congo (Muchino Rià Congo) con l'abolizione della schiavitù, non fermò il maracatu. Nei giorni del Sanos Reis, nelle feste de Nossa Senhora do Rosario e nel carnevale, era possibile ascoltare le percussioni tipiche del genere accompagnate dalle danze peculiari.
Lo storico Pereira da Costa, citato da Dantas Silva, descrive lo sfarzo di Cambinda Velha che anticipa il lusso delle scuole di samba: " Lo stendardo di velluto aveva il bordo d'oro come le vesti dei re e dignitari di corte, tutti con guanti di pelle bianca e fini calzature".
Nelle sedi delle associazioni come Naçao Elefante, Leao Coroado, Estrela Brilhante, Indiano e Cambinda Estrela era presente addirittura un trono, munito di baldacchino, riservato al monarca.
Aiutato da ricerche realizzate tra il 1949 e il 1952 e riunite nel libro Maracatus do Recife, il maestro Guerra Peixe realizzò una divisione tra diverse categorie di percussioni divise in diversi settori:
il tarol annuncia lievemente un rullo, interrotto da pause. Quasi nello stesso istante, si aggiunge la cadenza dell'agogò che anticipa le caixas de guerra. Il tarol già è passato
dallo schema iniziale alle variazioni quando entrano i tamburi. Il marcante procede con ritmate e violente percussioni del tamburo. O meiaio segue il tocco del marcante e alla fine i repiques aumentano l'intensità del tutto.
Questa cadenza, alla quale si avvicina il coco angolano, sempre rapì le attenzioni sia di compositori eruditi come Guerra Peixa e Marlos Nobre che di autori popolari conterranei come il frevista Capiba, gli Irmaos Valença ed il poeta Ascenso Ferreira.
In un breve soggiorno a Recife nel 1945, il baiano Dorival Caymmi creò l'epico Dora (rainha do frevo e do maracatu/ ninguém requebra nem dança melhor do que tu ). I Trigemeos Vocalistas, uno degli innumerevoli gruppi vocali degli anni '40 e '50, registrarono Maracatus con il sambista carioca Jamelao. 
Nella culla della bossa nova, il Beco das Garrafas, nel 1963, il carioca Jorge Ben nella sua Mas que Nada cantava il suo samba misto de Maracatu, un samba nero (ban)tu. Nel 1973, Gilberto Gil spiccò nelle parate con il singolo Marcatu Atomico, della coppia Jorge Mautner e Nelson Jacobina.
Delle generazioni nordestine emigrate al sud intorno agli anni '70, Anceu Valença fu quello che più si servì del genere, a volta apportando delle modifiche. In Cavalo de Pau musicò la poesia Maracatu (zabumbas de bombos/ estouros de bombas/ batuques de ingonos/ cantigas de banzo/ rangir de ganzás) di Ascenso Ferreira e chiamò uno dei suoi dischi Maracatus, Batuques e Ladeiras (1994). 

Il genere, riletto da Egberto Gismonti in Maracatu, inclusa nel suo disco Alma (1986) e nella mescolanza "di razze" tra tradizionale e avanguardia di Antulio Madureira in Maracatu Indiano, ebbe un ruolo quasi didattico per la coppia pernambucana Lenine e Lula Queiroga nell' LP Baque Solto (1983).
Durante il pieno fervore artistico del Mangue Beat, Chico Science & Naçao Zumbi mescolarono il vecchio stile con le innovative sonorità elettroniche riportandolo in auge.
Anche il maracatu arcaico dei tagliatori di canne ritornò sulla cresta dell'onda quando venne interpretato da 75 gruppi nella città di Tabajara, in Olinda durante il carnevale del 2000. L'anno prima, il fotografo Pedro Ribeiro e la professoressa Maria Lucia Montes, studiarono le unioni tra lanceiros, calungas tuxuaus e Baianos nel libro Maracatu de Baque Solto. Gruppi come i Maracatu Naçao Pernambuco, O Pelao e l'avanguardista Mestre Ambrosio, divennero gli ambasciatori del maracatu.

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