Josè de Anchieta, il missionario fondatore di San Paolo - Cultura Brasil

Josè de Anchieta, il missionario fondatore di San Paolo

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Josè de Anchieta nacque il 19 marzo del 1534 a Tenerife, nell'arcipelago delle Canarie. Suo padre, Juan Lopez de Anchieta, era un rivoluzionario che prese parte nella rivolta contro l'imperatore Carlo V in Spagna. Sua madre, Mencia Dias de Clavijo e Larena, era originaria delle Isole Canarie.
Anchieta visse con la famiglia fino ai 14 anni quando si traferì a Coimbra, in Portogallo, dove studiò Filosofia nel Real Colegio das Artes e Humanidades. La sua ascendenza ebrea fu il motivo del trasferimento in Portogallo: la Spagna stava vivendo l'epoca della Inquisizione. Anchieta entrò nella Compagnia di Gesù nel 1551 come fratello.
A seguito dell'invito da parte del Padre Provinciale dei Gesuiti in Brasile, Manuel de Nobrega, ad inviare missionari in Brasile, il Provinciale dell' Ordine, Simao Rodrigues, indicò Josè de Anchieta. Anchieta, giunse in Brasile il 13 giugno del 1553, aveva meno di 20 anni d'età. Più tardi divenne amico di Manuel da Nobrega. Nobrega gli diede il compito di partecipare alla costruzione del Colegio de Sao Paulo e, a partire da questo momento, Anchieta ruppe i confini con il sertao imparando la lingua tupi che lo porterà a realizzare la prima grammatica portoghese, chiamata Lingua Geral.
Terminata la costruzione del Colegio de Sao Paulo, del quale divenne direttore, Anchieta creò l'embrione di ciò che diventerà una megalopoli: la città di San Paolo. Nel primo anno della propria esistenza, San Paolo contava 130 persone, delle quali 36 erano state battezzate.
Colegio de Sao Paulo
La data della fondazione - 25 gennaio 1554 - deriva da una lettera che Anchieta scrisse ai suoi superiori della Compagnia di Gesù. Così recitava:
Il 25 gennaio dell' Anno del Signore 1554 celebriamo, in pauperrima e modestissima casina, la prima messa, nel giorno della conversione dell'Apostolo San Paolo, e, per questo, a lui dedichiamo la nostra casa!
Il ruolo del religioso non era limitato all'educazione e alla catechesi, ma prevedeva anche la difesa degli indigeni dagli abusi dei colonizzatori portoghesi che, non di rado, li inducevano alla schiavitù o li privavano di mogli è figli.
Quando Josè risiedette presso le città di Itanhaem e Peruibe, nel litorale sud di San Paolo, in concomitanza con la quaresima che precedette il suo viaggio presso il villaggio di Iperoig, si preparò per l'armistizio con  i Tupinambas di Ubatubainsieme, coadiuvato dal frate Manuel da Nobrega.
Assolse al ruolo di intermediario tra i Portoghesi e gli indigeni riuniti nella Confederaçao dos Tamoios, offrendosi come ostaggio dei Tamoios in Iperoig, mentre il frate Manuel da Nobrega ritornò a Sao Vicente accompagnato da Cunhambebe per ultimare le negoziazioni di pace tra indigeni e Portoghesi.
Durante questo periodo, Anchieta compose la poesia Poema a Virgem. Secondo la tradizione, avrebbe scritto sulla sabia e memorizzato il poema, e, appena più tardi, a Sao Vicente, l'avrebbe trascritto su carta. Ancora secondo la tradizione, fu anche durante l'imprigionamento che Anchieta sarebbe levitato tra gli indigeni, i quali, pieni di paura, pensavano fosse uno stregone.
Il frate fu anche protagonista di lotte contro i Francesi, stabilitisi nella Francia Antartica, nella baia di Guanabara.
Nel 1566, fu inviato a Capitania da Bahia con l'incarico di informare il governatore Mem de Sà circa l'andamento della guerra contro i Francesi, per poter decidere se inviare o meno rinforzi portoghesi a Rio de Janeiro. In quest' epoca fu ordinato sacerdote, aveva 32 anni di età.
Secondo alcuni, dopo l'espulsione dei Francesi da Guanabara, Anchieta e Manuel da Nobrega avrebbero indotto il Governatore Geral Mem de Sà ad arrestare nel 1559 un rifugiato ugonotto, il sarto Jacuqes Le Balleur e a condannarlo a morte per eresia. Nel 1567, Jacques Le Balleur sarebbe stato arrestato e portato a Rio per essere processato ma il boia si sarebbe rifiutato di ucciderlo. Anchieta lo avrebbe strangolato con le proprie mani. L'episodio è smentito dal maggior biografo di Anchieta, il frate gesuita Helio Abranches Viotti, sulla base di documenti che, secondo l'autore, contraddicono la versione: investigazioni storiche, basate su documenti dell'epoca, rivelano che l'ugonotto non morì in Brasile; in verità fu condotto a Salvador de Bahia e da lì mandato in Portogallo, dove ebbe il suo primo processo concluso nel 1569. In un secondo processo nello Estado Portugues da India, nel 1572, sarebbe stato condannato dal tribunale della Inquisizione di Goa. Non si ebbe nessuna partecipazione di Anchieta, montata dalla propaganda antigesuita.
Anchieta diresse il Colegio dos Jesuitas de Rio de Janeiro per tre anni, dal 1570 al 1573. Nel 1569, fondò la città di Iritibao Reritiba, l'attuale Anchieta, nell' Espirito Santo.
Anchieta

Nel 1577 fu nominato Provinciale della Compagnia di Gesù in Brasile, funzione che esercitò per 10 anni. Si ritirò a Reritiba, ma diresse ancora il Colegio do Jesuitas em Vitoria, nello Espirito Santo. Nel 1595 ottenne la dispensa da questa funzione e si ritirò a Reritiba dove più tardi morì. Fu sepolto a Vitoria.

Opera:


Secondo la Brasiliana Biblioteca Nacional, Anchieta fu grammatico, poeta, storico e autore di opere teatrali. L'apostolato non impedì ad Anchieta di scrivere i propri testi, tradotti in quattro lingue: Portoghese, castigliano, latino e tupi tanto in prosa che in versi.
Due delle sue principali opere furono pubblicate ancora quando era in vita:



De Gestis Mendi de Saa, stampata a Coimbra nel 1563, parla della lotta dei Portoghesi, assoldati dal governatore Mem de Sà, per espellere i Francesi dalla baia di Guanabara dove Nicolas Durand de Villegagnon fonderà la Francia Antartica. Questa opera di epica rinascimentale, scritta in latino prima dell'edizione Os Lusiadas di Luis de Camoes, è il primo poema epico dell' America, diventanto il primo poema stampato e, allo stesso tempo, la prima opera di Anchieta pubblicata.













Arte de Gramatica da Lingua Mais Usada na Costa do Brasil. Stampata a Coimbra nel 1595 da Antonio de Mariz, rappresenta la prima grammatica che contiene i principi della lingua tupi. Di questa edizioni si conoscono solo 7 esemplari, due dei quali custoditi presso la Bibliotaca Nacional do Brasil: il primo appartenente all'imperatore D. Pedro II e l'altro alla collezione di Josè Carlos Rodrigues.










Il mondo della catechesi influenzò positivamente il  teatro e la poesia di Anchieta, risultando la migliore produzione letteraria del Quinhetismo brasiliano.
Tra i suoi contributi, possiamo anche citare le poesie in verso medioevale ( De Beata Virgine Dei Matre Maria con 4172 versi), la prima grammatica indigena del tupi-guarani ( A Cartilha dos nativos)
Fu autore di una specie di "certificato" della nascita di Rio de Janeiro, quando redasse la sua lettera del 9 luglio del 1565 al frate Diogo Mirao, raccontando gli avvenimenti:
...presto nel giorno seguente, che fu l'ultimo di febbraio ed il primo di marzo,cominciarono a zappare con grande entusiasmo e tagliare legna per recinzioni, senza volerne sapere nè  dei Tamoios nè dei Francesi [...] di San Sebastiano, per essere favorita dal Signore e apprezzamento del glorioso martire.
La vasta opera di Anchieta fu solo pubblicata in Brasile nella seconda metà del XXsecolo.




La beatificazione:

Sebbene la campagna per la beatificazione sia iniziata a Bahia nel 1617, avvenne solo nel 1980 per opera di papa Giovanni Paolo II. Nel 1622, nella città di Rio de Janeiro, varie donne della citta di San Paolo, tra le quali Suzana Dias e Leonor Leme, testimoniarono a favore del processo di beatificazione di Anchieta. Leonor Leme, matrona della famiglia Leme paulista, una delle testimoni, disse che assistette alla prima messa celebrata a Sao Vicente da Padre Josè de Anchieta, nel 1567 e che si confessò molte volte.
Ana Ribeiro, nello stesso processo, dichiarò che durante del tempo trascorso con il frate, si confessò. Narrò un miracolo accaduto a suo figlio, Jeronimo, che aveva 2 anni d'età. Erano 3 giorni che non mangiava. Si presentò ad Anchieta, che stava passando davanti la sua porta. "Lascialo andar in cielo" disse Anchieta. Il giorno seguente il ragazzo stava bene, guarì anche una ferita incurabile che aveva sul viso. Tutti riconobbero il miracolo!
La donna narrò anche un altro episodio, del quale prese parte suo marito Antonio Rodrigues che abbandonò un Indios che era infermo da 5 anni. Quando tornò Anchieta a Vila de Sao Vicente, disse ad Antonio di curare l' indios. Il frate si fece mandare l'indios a Sao Vicente. Quest'ultimo fu ricoverato nella casa dei frati destinata agli Indios. Rodrigues lo medicò tre o quattro volte. Guarì immediatamente. La cura fu attribuita ad Anchieta. Come reliquia, aveva un dente. Antonio descrisse Anchieta come un uomo miracoloso, apostolico, celeste.
Il frate è omaggiato da un cammino lungo circa 105 km, il Cammino di Santiago, in Spagna. Questo perchè Anchieta camminava molto. Si diceva che percorresse due volte al mese, la Ilha de Vitoria, con piccole fermate per pregare e riposarsi a Guarapari, Setiba, Ponta da Fruta e Barra do Jucu.
Il Cammino di Santiago

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